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IL PASTO: per partire con il piede giusto e mettere le basi per creare un buon rapporto con il cibo.

2024-12-03 10:58

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Alcune semplici regole perché il pasto sia un momento piacevole:


  • Non andate di corsa, organizzatevi in modo che ci sia tempo e che il bambino non senta la pressione o la vostra ansia.
  • NON usare mai tablet, televisione e neanche giochi per distrarre il bambino e farlo mangiare “a tradimento”.
  • Prendetevi il tempo mentre mangia per sedervi vicino a lui anche se è autonomo, è una bellissima occasione per fare due chiacchiere. Se invece non lo è aiutatelo ma solo se è in difficoltà.
  • Si mangia a tavola (l’ideale è avere una seggiolina che gli permetta di arrivare comodamente al tavolo). Il tavolino basso (quello che usa se va al nido o all’infanzia) a casa non è la soluzione ottimale perché il pranzo dovrebbe essere un momento di condivisione e incontro con la famiglia. E’ vero che i bimbini piccoli mangiano in orari differenti ma se hanno il loro posto a tavola possono sedersi e mangiare qualcosa quando mangiamo noi e viceversa. In questo modo si costruisce fin da subito una bella routine che aiuta il dialogo e consolida le relazioni famigliari. E’ un momento che deve essere senza tv accesa, tablet, telefoni per tutti anche per voi!!!
  • NON si forzano i bambini a mangiare. Anche loro hanno delle preferenze, è giusto chiedere di assaggiare un piatto nuovo ma poi, se al bambino non piace, è inutile e dannoso insistere perché lo mangi. Teniamo fuori dal momento del pasto le tensioni, i litigi e le lotte di potere, altrimenti si trasformerà in un incubo quotidiano per tutti e vostro figlio comincerà ad associare al cibo sensazioni spiacevoli. Questo non vuol dire che dobbiamo cucinare solo quello che gli piace, ma dobbiamo avere l’accortezza di non proporre solo piatti che sappiamo già che proprio non gli piacciono. Se cuciniamo due pietanze, non dico che una debba essere il suo piatto preferito, ma almeno non deve proprio fargli schifo, mangerà una porzione più abbondante di quello.
  • Per placare eventuali ansie teniamo presente che, se non si attivano lotte di potere, i bambini piccoli sono in realtà molto flessibili e volubili con il cibo, cambiano di frequente gusti e preferenze per cui, non preoccupiamoci se non mangiano specifiche verdure, se non li forziamo e non ne facciamo un problema ci stupiranno. Ricordiamoci che per loro tutto è una grande scoperta e un continuo cambiamento.
  • Per rendere il cibo un piacere (è il nostro scopo), potete coinvolgere i bambini in attività di cucina. Ovvio che dovete farlo pensando bene a cosa volete fargli fare (i tempi di attenzione dei più piccoli sono molto limitati), dovete accettare che probabilmente non saranno attività pulitissime (quindi organizzatevi con grembiulino, attrezzi e quantità adatte). Per capirci: una ciotola piena di liquido a portata del bambino è una previsione di un disastro…), se l’attività vi crea ansia lasciate perdere, anche questa deve essere piacevole in primo luogo per voi. Il bambino vi seguirà solo per una piccola parte, ricordatevi però di fargli vedere e (se vuole), assaggiare il prodotto finito.
  • Ultimo ma non meno importante: come sempre è preferibile concentrarsi sugli aspetti positivi di una situazione piuttosto che enfatizzare quelli problematici. Quindi se vostro figlio mangia poco non lo aiuterà avere davanti un piatto colmo e sentire voi che, alla fine di infiniti solleciti, gli fate notare che anche questa volta non ha mangiato quello che avrebbe dovuto. Provate a cambiare strategia: mettete una porzione ridotta, e non state come dei gufi a controllare e sottolineare se e quanto ha mangiato, non è necessario neanche gratificarlo troppo se alla fine ha mangiato tutto. L’idea è non caricare troppo questo momento di “enfasi ed emotività”, dovrebbe essere vissuto da tutti come una piacevole necessità.


SE invece vi trovate già in una SITUAZIONE DIFFICILE e il momento del pasto si avvicina all'incubo ecco alcune cose che potete provare:



  • Se siete lontani da quanto ho scritto sopra (vostro figlio mangia in salotto davanti alla tv o lo dovete rincorrere per casa o è al tavolo ma mangia solo se ha un video che gli corre davanti…) ecco, senza interventi drastici, lotte o ricatti dovete però togliere queste brutte abitudini. Cominciate a portarlo a tavola in modo giocoso, fatelo stare con voi e dategli qualcosa da mangiare o da manipolare.
  • Fate in modo che sia un bel momento, non forzatelo sui tempi quando vuole scendere, lasciatelo andare dicendogli tipo: è stato bello stare insieme qui a tavola, e continuate a farlo in modo che diventi una regolarità. Vedrete che i tempi in cui riuscirà a rimanere seduto con voi aumenteranno e riuscirete anche a farlo mangiare a tavola senza distrattori.
  • Se la situazione è molto critica: tipo rifiuto del cibo con atteggiamenti molto forti (urla pianti) dovete allentare per un po’. Per vostro figlio/a questo è diventato un momento carichissimo di ansia, frustrazione ed è necessario invertire la rotta. E’ un cambiamento che richiederà molta pazienza e controllo (delle vostre emozioni), perché il punto di partenza è che, chi sta con il bambino durante il pasto, deve essere sereno, perché come ho detto e scritto più volte: i bambini sentono.
  • Se nella vostra storia di crescita avete avuto un rapporto particolarmente difficile con il cibo, riflettete sul fatto che questo “potrebbe passare” al bambino. Non è una tragedia è solo importante esserne consapevoli e capire come gestire questa nostra difficoltà.
  • Coinvolgete il bambino in attività di cucina, semplici e veloci. Potete partire facendo i biscotti, con le formine e la pasta già pronta, per passare poi, se c’è la voglia e l’interesse, ad altre attività mano a mano più lunghe e impegnative.
  • Potete cercare qualche libro da leggere con il vostro bambino legato al tema del cibo e pasto (rivolgetevi ad una libreria specializzata in libri per l’infanzia sapranno di certo consigliarvi).
  • Potete coinvolgere il vostro bambino in un gioco con bambole, pupazzi, personaggi a cui date da mangiare, preparando la tavola, ripetendo un po’ quello che accade nella realtà. 

Sia la lettura che i giochi possono aiutare i bambini a parlare di aspetti per loro difficili, perché in quel momento ne sono coinvolti ma in modo indiretto. Può accadere oppure no, anche in questo caso non dobbiamo stressarli con domande insistenti. Giochiamo, facciamo qualche “domanda leggera” e soprattutto ascoltiamo.



Come sempre questi sono suggerimenti molto generici, le strategie per gestire le diverse situazioni sono davvero tantissime. Se avete dubbi o richieste scrivetemi, proverò a darvi consigli più specifici e giusti per voi.



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